Circolo Terracorta 03 Dicembre 2021
Buona presenza, quella massima consentita dalla situazione attuale, attenta e concentrata sull’ottima relazione della relatrice Marzia Ponso che ha consentito di recuperare elementi di conoscenza di una delle più tragiche pandemie di tutti i tempi: la cosiddetta “Spagnola”. Un evento di cui, per un cumulo di ragioni, si è persa da subito memoria storica impedendo così da una parte di avere esatta conoscenza di una “influenza” che contagiò un sesto della popolazione mondiale di allora, cinquecentomila persone su un totale di tre miliardi, con uno spaventoso tasso di letalità calcolato fra il 10 ed il 20% (si contarono dai 50 ai 100 milioni di morti) e dall’altra di avere un importante termine di confronto per valutare l’attuale pandemia da Covid19. Le situazioni storiche sono ovviamente molto diverse, la spagnola colpì nel pieno della 1° Guerra Mondiale, ma grazie alle nitide osservazioni di Marzia Ponso sono emerse alcune importanti comparazioni. La prima è relativa al ruolo della scienza: al tempo non esistevano i microscopi elettronici, quelli in grado di “vedere” i virus, tant’è che la Spagnola è passata alla storia come una “normale” influenza, di Covid19 dopo pochi giorni dallo scoppio della pandemia già girava la sua virale, è proprio il caso di dirlo, fotografia. Sono quindi comprensibili i drammatici ritardi di conoscenza scientifica di allora che impedirono di trovare adeguate contromisure e ritardi, generando così un inevitabile clima di diffusa rassegnata sfiducia. Ma anche per covid19, seppure a fronte di una reazione scientifica e sanitaria tanto imponente quanto talvolta in definizione in corso d’opera, si stanno registrando sacche di diffidenza che, spesso ingiustificabili perché collegate ad un prevenuto anti-scientismo, fanno comprendere quanto possa negativamente incidere la separazione tra scienza e opinione pubblica. L’analfabetismo scientifico non è meno pericoloso di un aggressivo virus, allora ed oggi. Allo stesso modo non sono certo paragonabili i contesti storici: l’attuale situazione geo-politica, per quanto attraversata da continue tensioni, non è minimamente raffrontabile con il dramma del conflitto mondiale 1914-1918. Il quale contribuì non poco ad “offrire” al virus della Spagnola canali incontrollabili di diffusione del contagio. Ma anche per questo aspetto si impone una riflessione comune. Il virus per definizione non conosce confini, neppure quelli come allora presidiati da interi eserciti, tanto meno oggi nell’era della globalizzazione. Avere consapevolezza di questa inevitabile condivisione di un unico destino dovrebbe ispirare l’intera umanità a tessere rapporti di vera solidarietà e di perseguimenti di comuni valori ed obiettivi. Un’ultima considerazione, fra le tante che anche in questo incontro sono emerse e che sicuramente recupereremo in quelli prossimi su un tema, quello della pandemia, che sempre più si rivela una formidabile chiave di lettura delle contraddizioni e delle storture dell’attuale sistema socio/economico e dei nostri diffusi stili di vita: quali contromisure si sono rivelate efficaci contro la diffusione della Spagnola? Ed anche in questo caso emergono preziose comparazioni ed indicazioni: con tutti i limiti imposti dal contesto storico del tempo le analisi ormai assodate sull’efficacia delle varie misure evidenziano l’efficacia di quelle molto rigorose, sulla falsariga degli attuali lockdown, adottate con immediatezza e per periodi adeguatamente lunghi. Sono state quelle che, a fronte di un impatto certamente pesante, hanno però conseguito i miglior risultati sul piano del contenimento e che hanno reso più consistente e sicura la successiva ripresa della normale vita economica e sociale. A dimostrazione che davvero la storia è maestra di vita, a patto che esista e che sia conosciuta e presa in considerazione.